Russia: avviata un’indagine contro Youtube
Il servizio federale antitrust russo ha avviato un’indagine contro Youtube, per abuso di posizione dominante nel mercato.
Dopo essersi scagliate contro Twitter, le autorità Russe sono ora passate a YouTube. Nelle ultime ore il FAS (il servizio federale antitrust) ha infatti annunciato di aver dato il via ad un’indagine contro il servizio di Google per aver abusato della propria posizione dominante all’interno del mercato di servizi di hosting video.
Tra le motivazioni, il fatto che il regolamento “per creare, bloccare e sospendere gli account YouTube e le richieste degli utenti” sarebbe “non oggettivo, imprevedibile e opaco”, causando spesso ban e cancellazioni degli account senza preavviso o senza che vi siano reali motivazioni dietro.
Il FAS ha inoltre dichiarato di aver avviato le proprie indagini a seguito di una segnalazione da parte del ROTsIT, il Regional Public Centre for Internet Technologies, un gruppo dedicato a “difendere gli interessi degli utenti russi”.
Già a dicembre, il ROTsIT aveva commentato la non correttezza del fatto che la pubblicazione e trasmissione di video in Russia fosse regolata dalle legislazioni di altri paesi, come appunto accade utilizzando Youtube – e altri servizi. Non solo: già in passato le autorità avevano protestato nei confronti di compagnie straniere (come Google, appunto, e Facebook) per essersi rifiutate di cooperare con il governo russo nella cancellazione di contenuti considerati illegali.
Sempre più verso un internet proprietario
Già a metà marzo fa le autorità russe avevano annunciato e messo in pratica delle misure di penalizzazione contro Twitter: rallentarne il funzionamento (rendendolo praticamente inutilizzabile), per non aver eliminato dei contenuti su richiesta del governo. Anche TikTok era finito nel mirino, anche se al momento senza ritorsioni reali, per via dei messaggi e video solidali verso l’oppositore Alex Navalny, che ne chiedevano a gran voce la scarcerazione.
Le ipotesi dei critici sono fondamentalmente unanimi: le autorità russe starebbero, neanche in maniera particolarmente velata, spingendo verso la creazione di un “internet proprietario”, in modo da poter controllare direttamente i contenuti immessi dagli utenti – e soffocare sul nascere qualunque forma di protesta.