Salvini incontra Zingaretti, ma già attacca i ministri di altri partiti
E’ un Salvini di lotta e di governo: incontra Zingaretti per concordare l’agenda politica, ma ha già messo nel mirino diversi ministri altrui
Matteo Salvini ha accettato di far parte della maggioranza Draghi mettendo a serio rischio il consenso ottenuti durante tutta la durata del governo Conte bis. Per questo motivo, il leader della Lega non ha alcuna intenzione di fare la comparsa, ma vuole dettare l’agenda cercando di portare il maggior consenso possibile attorno alle sue posizioni e alle sue proposte. Dopo essere stati a lungo avversari, ma soprattutto molto distanti su posizioni basilari, ieri a Montecitorio Salvini ha incontrato il segretario del PD, Nicola Zingaretti.
Il vertice sarebbe dovuto rimanere segreto, ma lo scoop del Fatto Quotidiano ha costretto l’ex ministro dell’Interno ad ammettere il summit. “Incontro tutti i segretari di maggioranza – ha dichiarato dopo il vertice – Abbiamo parlato di lavoro, del blocco dei licenziamenti, prevenire è meglio che curare. Devo sentire anche i Cinquestelle, Forza Italia, Renzi, perché dobbiamo lavorare insieme”. “Bisognerà parlare con le parti sociali”, ha aggiunto Salvini, che mentre Draghi tace, sembra voler sostanzialmente fare come già accaduto col primo governo Conte, in cui ha attirato molto l’attenzione su di sé con una sorta di tour elettorale perpetuo. Voci provenienti dalla Lega sostengono che l’incontro con il PD sia stato positivo, considerato che è avvenuto in una giornata in cui è montata la polemica per la chiusura degli impianti sciistici.
Salvini di lotta e di governo
Da Palazzo Chigi trapela la notizia secondo cui la decisione sia stata concordata dallo stesso premier Draghi e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che in queste ore è proprio uno dei rappresentanti della maggioranza più invisi a Salvini. Il leader della Lega avrebbe voluto la sua testa, così come quella del suo consulente Walter Ricciardi, oltre che del commissario straordinario alla pandemia, Domenico Arcuri. Per ora dal premier non arrivano segnali in questo senso, ma sarà durissima tenere insieme una costellazione di posizioni politiche pronta ad esplodere in qualsiasi momento.
Speranza, Ricciardi e Arcuri non sono gli unici bersagli del leader della Lega, che stando a quanto riferisce La Repubblica, avrebbe messo nel mirino altri due dicasteri. Su tutti il ministero degli Esteri, detenuto attualmente da quel Luigi Di Maio con il quale ha un conto aperto dopo la caduta del primo governo Conte e la formazione del Conte bis. E poi c’è la questione Trasporti, di cui si occupa il ministro Enrico Giovannini. Anche su di lui c’è forte pressione da parte del leader della Lega, che vuole sì stare al governo – dice – con responsabilità, ma al contempo deve cercare di non prestare troppo il fianco destro, che gli farebbe sostanzialmente perdere il consenso da quel versante in favore di Giorgia Meloni, l’unica rimasta fuori dal taglio della torta.