Gli spettacoli aperti al pubblico riprendono in zona gialla dal 27 marzo. Tutte le norme da rispettare
Vietate le mascherine di comunità, no all consumazione di cibi e bevande e numeri limitati. Così riprendono gli spettacoli aperti al pubblico
Il nuovo DPCM, il primo del governo di Mario Draghi, è arrivato e, come anticipato, dal 27 marzo prossimo potranno riprendere gli spettacoli aperti al pubblico in zona gialla, dalle sale teatrali a quelle cinematografiche, dalle sale da concerto ai live club, a condizione che vengano rispettate le misure anti-contagio fissate dal testo firmato ieri dal Presidente del Consiglio.
Recarsi al cinema, a teatro o ad assistere ad un qualsiasi altro spettacolo dal vivo richiederà un po’ di organizzazione da parte di tutte le parti coinvolte. Non si potrà stare in piedi, tanto per cominciare: gli spettacoli aperti al pubblico sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi.
Il testo fissa anche la capienza massima consentita, che non potrà essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, in ogni caso, non superiore a 400 spettatori per spettacoli all’aperto e a 200 per spettacoli in luoghi chiusi per ogni singola sala.
Cosa devono fare gli organizzatori degli spettacoli aperti al pubblico
L’allegato 26 del nuovo DPCM fissa con precisione come si potranno riprendere gli spettacoli dal vivo dopo quasi un anno di inattività. Innanzitutto, come vale per tutte le attività che possono operare durante questa pandemia, sarà necessario predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, “comprensibile anche per spettatori di altra nazionalità, sia mediante l’ausilio di apposita segnaletica e cartellonistica e/o sistemi audio-video“.
Gli spazi devono essere riorganizzati per garantire l’accesso agli spettatori in modo ordinato e senza assembramenti, mantenendo anche in questa fase 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Se possibile, inoltre, si dovrà fissare percorsi separati per l’entrate e per l’uscita degli spettatori.
All’ingresso dovrà essere misurata la temperatura agli spettatori – con più di 37,5° non si potrà entrare – e dovrà essere fornito del gel antisettico per l’igienizzazione delle mani, sia per i clienti che per il personale.
Mascherine obbligatorie per l’intera durata degli spettacoli dal vivo
L’articolo 1 del DPCM conferma l’obbligo della mascherina “nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto” e gli spettacoli dal vivo non fanno eccezione. Il testo mette nero su bianco che “per gli spettatori, per tutto il tempo di permanenza all’interno della struttura, anche durante lo spettacolo, utilizzo continuativo della mascherina chirurgica (o livello superiore di protezione), possibilmente fornita dal gestore all’ingresso, per garantire l’uniformità della protezione. È vietato l’uso di mascherine di comunità“.
Niente mascherine di comunità, quindi, e nessuna possibilità di consumare cibo né durante gli spettacoli né durante le pause. Lo sancisce l’articolo 18 dell’allegato 26: “Divieto di vendita di cibo e bevande, anche tramite distributori automatici, e di consumazione di cibo in sala e nei punti di ristoro interni alla struttura“.