Spostamenti tra le Regioni. Decisa la proroga del divieto fino al 27 marzo
Campagna vaccinale e spostamenti tra le Regioni saranno al centro del secondo Consiglio dei Ministri del governo Draghi. Cosa cambierà?
Manca soltanto l’ufficialità, che arriverà domani dopo il Consiglio dei Ministri, ma la decisione sarebbe già stata presa. Il divieto agli spostamenti tra le Regioni, complice la diffusione delle varianti del virus in tutto il Paese, sarà prorogato di un mese, fino al 27 marzo 2021. È stata la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ad anticipare ai governatori che la decisione è già stata presa.
Oggi il vertice Governo-Regioni in vista del nuovo decreto
Il divieto di spostamento tra le Regioni italiane scadrà il 25 febbraio prossimo, ma il governo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per mettere a punto un nuovo decreto che fisserà la regole anti-COVID per le prossime settimane. A questo servirà il Consiglio dei Ministri, il secondo per il nuovo esecutivo, convocato per le 9.30 di domani, 22 febbraio 2021. L’ordine del giorno recita: “Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19“.
Fondamentale per la stesura del nuovo decreto sarà l’incontro con le Regioni, convocato da Palazzo Chigi in videoconferenza dopo il punto fatto ieri da tutti i governatori italiani durante la Conferenza delle Regioni. Quello che è emerso dall’incontro di ieri è la necessità di un cambio di passo nella gestione dell’emergenza su due fronti diversi: la campagna vaccinale e la revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone.
Sul primo punto il premier Draghi si era già espresso durante i suoi interventi alla Camera e al Senato, ma il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini lo ripeterà durante l’incontro di stasera:
La campagna vaccinale sta andando a rilento. E questo non per disguidi organizzativi, o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell’approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali. È poi necessaria anche una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale.
L’altro punto è quello su cui la Regioni insistono da settimane, da quando il governo di Giuseppe Conte era ancora in carica. È necessario rivedere il sistema con cui vengono assegnati i colori alle aree del Paese e le Regioni chiedono due modifiche principale: una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione e più tempo da dare ai cittadini e alle imprese per ogni cambiamento in arrivo.
Spostamenti tra le Regioni. Tutto tace da Palazzo Chigi, ma la linea sembra chiara
Mario Draghi non si è ancora espresso in modo chiaro su come intende affrontare le prossime settimane, ma l’aver confermato alla Salute il Ministro Speranza è la conferma che non ci si allontanerà molto dall’operato del suo predecessore. La priorità, adesso, è capire come regolare la vita dei cittadini dopo il 25 febbraio, a cominciare dallo spostamento tra le Regioni che la scorsa estate aveva portato ad un aumento dei contagi in autunno. E in quel caso non c’erano le varianti del virus a rendere il tutto ancora più complicato.
Il nuovo governo, secondo le indiscrezioni, sarebbe orientato a prorogare lo stop agli spostamenti tra le Regioni fino al 25 marzo prossimo indipendentemente dal colore di ogni singola Regione, come accaduto durante le festività natalizie. Dubbi, invece, sull’ipotesi di far passare tutta Italia in zona arancione per qualche settimana, soprattutto perché ci sarebbero importanti reticenze dalle stesse Regioni.
Fonti ministeriali sembrano indicare che il nuovo esecutivo si limiterà a prolungare di 30 giorni le misure già in vigore, ma le stesse fonti precisano anche che una decisione definitiva non è stata ancora presa.