Cresce la pressione sulle terapie intensive. Interventi programmati rimandati in Lombardia
Con la terza ondata della pandemia torna la pressione sulle terapie intensive in Italia. Ecco la situazione e le previsioni dell’AGENAS
La storia si ripete, nonostante la situazione fosse ampiamente prevedibile. La rapida crescita dei contagi porta con sé, come abbiamo visto nel corso dell’ultimo anno, l’aumento della pressione sugli ospedali e le terapie intensive e le Regioni che più sono state in difficoltà durante la prima e la seconda ondata della pandemia si muovono preventivamente.
La Regione Lombardia ha annunciato in queste ore che gli interventi chirurgici già programmati e non considerati urgenti saranno rimandati a data da destinarsi. La Regione guidata da Fontana precisa nella nota firmata della direzione generale dell’assessorato al Welfare che si tratta di una azione preventiva decisa per “fronteggiare la crescente pressione di ricoveri COVID” in tutto il territorio regionale e per evitare “situazioni emergenziali che al momento non sussistono“.
Gli interventi urgenti e quelli oncologici saranno garantiti anche in questa fase, ma tutto ciò che non è considerato urgente sarà rimandato per preservare i posti letto in regime ordinario e quelli nelle terapie intensive per i pazienti COVID.
I dati che ogni giorno vengono diffusi dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute ci dicono che la Lombardia non è ancora la Regione più colpita dai contagi – 82.208 gli attualmente positivi, seconda soltanto alla Campania con 89.595 positivi – ma è quella con più persone ricoverate: 5.058 i cittadini ricoverati con sintomi (l’Emilia-Romagna è seconda con 2.813 ricoveri) e 573 le persone ricoverate in terapia intensiva (sempre l’Emilia-Romagna è seconda con 283 ricoveri.
La situazione delle terapie intensive nelle altre Regioni
Ad oggi, sulla base dei dati diffusi dal bollettino del 7 marzo 2021, sono 11 le Regioni e Province Autonome che hanno già superato la soglia critica per l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti COVID. La media italiana è del 28%, due punti percentuale sotto alla soglia del 30%, ma ad influire sulla media nazionale sono quelle Regioni meno colpite.
Ecco le Regioni e province autonome che hanno superato quella soglia:
- Abruzzo: 40%
- Emilia-Romagna: 37%
- Friuli Venezia Giulia: 33%
- Lombardia: 40%
- Marche: 42%
- Molise: 49%
- PA Bolzano: 38%
- PA Trento: 53%
- Piemonte: 32%
- Toscana: 34%
- Umbria: 58%
La situazione nei reparti ordinari in Italia
Il rapporto dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) ci fornisce anche una panoramica sulla percentuale di Posti Letto in area NON critica occupata da pazienti COVID-19 in Italia, i posti letto nei reparti di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
La soglia di allarme è fissata al 40% e la media italiana si è attestata ieri al 33%
- Abruzzo: 43%
- Emilia-Romagna: 45%
- Lombardia: 44%
- Marche: 52%
- Molise: 43%
- Piemonte: 40%
- Umbria: 50%
Le previsioni dell’AGENAS sulle terapie intensive in Italia
Ai numeri che vi abbiamo presentato si affiancano le previsioni fatte dall’AGENAS per i prossimi 7 giorni, previsioni che si basano “unicamente sull’andamento storico della epidemia rilevato dai dati a disposizione, non prendendo in considerazione fattori e/o interventi esterni che possono cambiare l’andamento della epidemia nel periodo oggetto di previsione“.
Le previsioni più drammatiche riguardano tre Regioni: Emilia-Romagna, Lombardia e Marche.