Il vaccino italiano ReiThera resta senza soldi: che succede ora?
Le sovvenzioni statali al vaccino italiano ReiThera bloccate dalla Corte dei Conti prima della Fase 3 della sperimentazione
La Corte dei Conti ha bloccato il finanziamento statale al vaccino ReiThera e ora la sperimentazione potrebbe subire uno stop. Il farmaco sviluppato dalla società di biotecnologie di Castel Romano (Roma) si trova attualmente nella fase 2 della sperimentazione, che ha coinvolto 1.000 persone, cui sono state somministrate due dosi. Il passo successivo è la fase 3, alla quale dovrebbero partecipare 10.000 volontari, ma ora rimane tutto in alto mare. Sì, perché alle perplessità generali sullo sviluppo del vaccino italiano, si è aggiunto il no della Corte dei Conti alle sovvenzioni statali e senza le ingenti somme necessarie, il farmaco non potrà completare il suo iter.
L’investimento sul vaccino Reithera
Il 17 febbraio scorso, ReiThera aveva siglato un accordo con il Ministero dello Sviluppo economico e Invitalia, che prevedeva un investimento di 81 milioni di euro, in parte erogati dallo Stato e in parte dalla stessa società. Nello specifico, dai documenti analizzati dalla magistratura contabile emerge un versamento di 41,2 milioni di euro a fondo perduto e 7,8 con finanziamento agevolato da parte dello Stato. Inoltre, risultano anche 5 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio, 3 dal Centro nazionale delle ricerche, 12 dalla stessa ReiThera, che si era impegnata anche all’ampliamento dello stabilimento di Castel Romano. Tutto bloccato purtroppo, perché secondo la Corte dei Conti, i chiarimenti del ministero dello Sviluppo Economico non sono parsi sufficienti ai giudici della Corte dei Conti, che entro 30 giorni renderà pubbliche anche le motivazioni del blocco al finanziamento.
I dati incoraggianti della Fase 1
Insomma, lo sviluppo del vaccino italiano (nome in codice GRAd-COV-2, che come AstraZeneca e Johnson & Johnson utilizza un adenovirus) potrebbe trovarsi su un binario morto dopo aver svolto le prime due fasi della sperimentazione con l’ok dell’AIFA (la fase 1 presso lo Spallanzani di Roma e il Centro Ricerche Cliniche di Verona). I primi dati sono stati molto incoraggianti, poiché nessuna delle 100 persone coinvolte nella Fase 1 ha segnalato effetti avversi a 28 giorni dalla vaccinazione e inoltre più del 90% dei volontari aveva sviluppato gli anticorpi contro il Covid. I dati della Fase 2 ancora non sono stati pubblicati, ma ora la priorità è capire quale destino spetterà al vaccino in sé.
Alla ricerca di nuovi fondi per la Fase 3
La pronuncia da parte della Corte dei Conti non spaventa il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha fatto sapere alle agenzie di stampa che il piano di produzione di vaccini in Italia procede nonostante questo evento. ReiThera, da parte sua, vuole attendere di leggere le motivazioni per capire quale sarà l’impatto sull’operatività, ma nel frattempo bisogna muoversi alla ricerca di altre fonti di finanziamento. Se lo augurano in primis gli scienziati italiani, non solo quelli coinvolti direttamente nello sviluppo, come lo Spallanzani di Roma. Aver svolto già due fasi di sperimentazione e non completare un processo vicino al completamento, sarebbe una vera e propria beffa.