Vaccino Pfizer per gli adolescenti: c’è l’ok dell’Ema
Il siero ha una copertura del 100% sui ragazzi dai 12 ai 15 anni, gli unici effetti collaterali sono lievi o minimi
Nessun evento avverso si è verificato sulle ragazze e sui ragazzi tra 12 e 15 anni che hanno ricevuto le due dosi di vaccino Pfizer. Per questo, l’Agenzia europea del farmaco, l’Ema, ne ha approvato la somministrazione anche per gli adolescenti, nello stesso giorno in cui i risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. Il vaccino, quindi, è sicuro, efficace al 100% e potente quasi due volte di più efficace rispetto alla fascia d’età 16-25 anni. Una notizia subito commentata dal ministro della Salute, Roberto Speranza: “È una novità importante, pensando anche alla riapertura delle scuole a settembre. Se continuiamo ad avere cautela, con il quadro epidemiologico che mostra segnali incoraggianti, possiamo guardare al futuro con più fiducia“.
La sperimentazione
“Lo studio ha arruolato circa 2mila ragazzi“, ha spiegato Marco Cavalieri, responsabile dei medicinali per l’uso umano dell’Ema. “Nessuno, fra i vaccinati, si è ammalato. Questo vuol dire che l’immunizzazione ha un’efficacia molto alta, senza particolari problemi di sicurezza“. Nello specifico, sono 2.260 gli adolescenti che, in Germania e negli Stati Uniti, si sono sottoposti alla sperimentazione, tra chi ha ricevuto una dose di vaccino e chi invece un placebo (come da routine). Nessun evento avverso grave correlato al siero è stato rilevato, e le uniche reazioni sono state moderate e lievi, come il dolore nel punto dell’inoculazione, mal di testa e affaticamento. Rispetto al gruppo 16-25 anni, i ragazzi più giovani hanno sviluppato una quantità di anticorpi neutralizzanti maggiore di 1,8 volte.
In particolare, in America tra i 1005 ragazzi che hanno ricevuto il vaccino, nessuno si è ammalato di Covid, mentre tra il 978 che hanno ricevuto il placebo ci sono stati 16 casi di malattia. “Ecco spiegata l’efficacia del 100%”, sostiene l’Ema secondo cui, però, la somministrazione ad un numero più alto di persone potrebbe abbassare leggermente questa percentuale, tra il 75 e il 100%. Numeri comunque molto alti. Negli Usa, la Food and Drug Administration (Fda, l’ente regolatore) ha autorizzato la somministrazione sugli adolescenti già a metà maggio, mentre in Israele sono già 600 i ragazzi a ricevere le prime due dosi, senza alcuna conseguenza di rilievo.
Studi anche sugli altri vaccini
Negli Usa è iniziata anche la sperimentazione relativa ai vaccini Moderna, che dovrebbe coinvolgere 3mila ragazzi tra i 12 e i 17 anni, mentre un altro studio (“KidCove“) dovrebbe riguardare oltre 6mila bambini tra i 6 mesi e gli 11 anni. Anche Johnson&Johnson ha cominciato il test sul suo vaccino monodose su dei bambini, e tra i centri scelti c’è anche l’ospedale Buzzi di Milano.
In Spagna, invece – ma non è strettamente collegato a questo tema – si sta provando la combinazione del vaccino AstraZeneca come seconda dose di un altro siero: “E’ un tema delicato che stiamo ancora valutando. I primi dati sembrano confortanti, per quanto riguarda l’uso di vaccini diversi tra prima e seconda dose. Ci sono due test in corso, in particolare per la combinazione tra AstraZeneca e un vaccino a Rna. Uno è in Gran Bretagna e l’altro in Spagna. Dai dati che ci arrivano non vediamo problemi di sicurezza. Sembra anche che questo metodo fornisca una robusta copertura immunitaria“, ha ricordato Cavalieri in conferenza stampa.