Vertice UE: linea dura di Draghi su vaccini e aziende che non rispettano gli accordi
Mario Draghi bacchetta l’UE sui ritardi nei vaccini e l’assenza di conseguenze per le aziende che non rispettano gli accordi.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto la due giorni del Consiglio UE con interventi meno accomodanti rispetto a quelli a cui l’Europa era abituata con Giuseppe Conte. L’ex Presidente della BCE, elogiato per giorni dalle istituzioni europee ha sollecitato l’Europa ad accelerare sulle vaccinazioni, spiegando che ad oggi i vaccini sono lo strumento più efficace che abbiamo contro le mutazioni del virus che stanno circolando velocemente in tutto il territorio europeo.
Di fronte alle diapositive mostrate dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen sulle previsioni delle consegne per il secondo e il terzo trimestre del 2021, il premier le ha definite non rassicurati, soprattutto alla luce del fatto che non darebbero alcuna certezza di fronte alla libertà che hanno le aziende produttrici di tagliare e ridurre le consegne senza alcuna conseguenza.
UE, linea dura di Draghi contro le aziende che accumulano ritardi nei vaccini
Nel chiedere all’UE di valutare la possibilità di dare priorità alle prime dosi di vaccino e ritardare la somministrazione delle seconde dosi, come sta facendo il Regno Unito da settimane, Draghi si è detto convinto che le aziende che non rispettano gli impegni presi per la consegna delle dosi, a cominciare da AstraZeneca, non dovrebbero essere scusate come invece sta accadendo ormai da settimane, quando si è fatto ben poco per tentare di togliere il coltello dalla parte del manico alle aziende farmaceutiche.
Se le aziende che operano in Europa non stanno rispettando gli accordi presi, perché non iniziare anche a guardare al di fuori del territorio europeo? È questa un’altra delle proposte avanzate dal nuovo premier italiano. La posizione dell’Europa, però, è stata ribadita nel corso del vertice dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, che ha invitato i Paesi UE a non prendere accordi bilaterali con altre aziende produttrici di vaccini contro il COVID, come già fatto dall’Ungheria per il vaccino russo Sputnik e quello cinese Sinopharm.
Prima l’UE, poi tutti gli altri
Draghi, però, avrebbe anche lanciato un messaggio chiaro: prima ci sono gli europei, poi tutti gli altri. Nell’elogiare il programma globale COVAX, che prevede la consegna gratuita di vaccini contro il COVID-19 ai Paesi più poveri che altrimenti sarebbero impossibilitati a procurarsi le dosi, il premier italiano ha fatto notare che questo non è il momento di fare donazioni al di fuori dell’UE per una questione di credibilità nei confronti dei cittadini europei dopo i clamorosi ritardi accumulati in queste prime settimane.