Zaia e Fontana critici sul nuovo DPCM: “Servono delle correzioni”
A poche ore dalla firma del nuovo DPCM le Regioni chiedono al governo una serie di correzioni. Zaia e Fontana i più critici.
Sono passate poche ore dalla firma del nuovo DPCM che fissa le nuove regole e le limitazioni in vigore in Italia per i prossimi 30 giorni nel tentativo di limitare il più possibile la diffusione del COVID-19 e tra le voci più contrarie ci sono quelle di due governatori della Lega, Luca Zaia in Veneto e Attilio Fontana in Lombardia.
Zaia ha lamentato una serie di mancanze durante la consueta conferenza stampa quotidiana nella sede della Protezione Civile di Marghera. Un aspetto minore, secondo il governatore del Veneto, riguarda le cerimonie e le persone che hanno già programmato degli eventi per i prossimi giorni:
Noi chiedevamo una misura di salvaguardia, ad esempio chi ha già organizzato il matrimonio per il prossimo sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?
Stiamo vivendo una situazione di pandemia e anche prima dell’entrata in vigore del nuovo DPCM eventi come matrimoni, comunioni, cresime e altre situazioni a rischio assembramento potevano svolgersi con una serie di limitazioni. Purtroppo, vista la curva dei contagi e i focolai di COVID-19 che vengono identificati di giorno in giorno, si richiedono dei sacrifici e le alternative sono scarne: rimandare l’evento come hanno già fatto centinaia di persone in tutto il Paese o ridurre il numero dei partecipanti come da nuove indicazioni.
Più rilevante è l’altro punto sottolineato da Zaia, che è più una critica al governo che al DPCM in sé. Come si tutelano quei settori colpiti dalle nuove restrizioni? Zaia fa l’esempio delle discoteche, già chiuse da settimane:
Capisco la volontà di salvaguardare la salute dei cittadini, ma dietro ad ogni provvedimento restrittivo ci deve essere un provvedimento economico di sostegno per quelle attività: i sacrifici devono essere remunerati. E faccio, il solito esempio, del mondo delle discoteche: se è un settore che non può riaprire deve essere sostenuto economicamente.
Zaia ha spiegato che le Regioni, che pure possono disporre misure più restrittive in base alle esigenze, hanno già presentato al governo un documento correttivo e “assolutamente collaborativo“, senza però fornire ulteriori dettagli sulle modifiche che dovrebbero essere apportate tempestivamente.
Le critiche di Fontana
Il governatore della Lombardia, invece, critica la decisione del governo di non aver accolto alcune richieste avanzate dalle Regioni, come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, due aspetti profondamente collegati.
Nel leggere, finalmente, il Dpcm, prendo atto con rammarico che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, laddove l’inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l’aumento della curva epidemiologica.
La scuola, in particolare, è di competenza statale e sarebbe spettata al governo la decisione di disporre la didattica a distanza per gli studenti più grandi, gravando così il meno possibile sulle famiglie e andando a ridurre il carico sui mezzi pubblici.
Quali correzioni chiedono le Regioni?
A fare chiarezza ci ha pensato il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Le Regioni, di fatto, chiedono al governo di:
- prevedere adeguate forma di ristoro per i settori e le attività economiche che saranno interessati dalle limitazioni introdotte dal decreto;
- chiarire e circostanziare al meglio gli ambiti del concetto di “festa” su cui si soffermano alcune disposizioni del provvedimento;
- verificare le misure previste in relazione agli aspetti concernenti il trasporto pubblico locale, approfondendo lo scenario di contesto”.