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Fixing News

Il tuo tempo e la tua attenzione sono risorse scarse.

Significa che una volta che hai scelto come impiegarle non torneranno mai più indietro, non ti verranno restituite. Il tempo, poi, è una vera e propria misura di ricchezza e, in un certo senso, anche di libertà.

Vivi in un mondo in cui si compete per attirare la tua attenzione e per chiederti un po’ di tempo: una story su Instagram, il titolo di un giornale, una challenge su TikTok, una serie di Netflix, la pubblicità su un cartellone 6×3, un QRCode incollato su un cestino dell’immondizia, un video su uno schermo in una grande stazione, la copertina di un libro, un evento, un concerto, un pezzo musicale, la tua famiglia, le tue amicizie, i tuoi amori. Il sonno. La lettura di queste righe. Tutto compete per avere una fettina del tuo tempo.

Il concetto non è recente: «tempus fugit», scriveva Virgilio nelle Georgiche, ripreso dal bianconiglio di Alice e dagli Yes. «Nessuno mi ridarà indietro i 3 minuti che ho sprecato guardando questo video», si legge ogni tanto nei commenti su YouTube.

Lo sappiamo che il tempo non ci ritorna indietro.
Ma è comunque difficile scegliere a cosa prestare attenzione, con tutti questi stimoli che ci circondano.

Pensa a quante “polemiche del giorno” hai letto o sentito e hanno occupato il tuo tempo. Fino a qualche anno fa avremmo detto che le hai lette sui giornali, ma oggi è un po’ più complicato di così. Comunque, pensa, ad esempio, solo per restare agli ultimi mesi, a tutti gli articoli su un personaggio famoso positivo al Covid. Oppure alla mezza sommossa (che non c’è mai stata) sul costo dei sacchetti di plastica biodegradabili: te la ricordi? E Gesù-Perù, te la sei dimenticata? E l’abito che cambia colore a seconda di chi lo guarda o dell’angolazione da cui si guarda, chi lo sa, l’hai rimosso? O ancora, il direttore del Museo Egizio di Torino che diceva cose a una politica italiana diventando virale? Ce ne sono milioni di esempi e ogni tanto riguardano anche questioni molto più importanti, quanto meno lì per lì, ma che poi sono sparite senza lasciar traccia.

Sono tutti “pezzi” di contenuto che durano una giornata al massimo, ogni tanto nemmeno un paio d’ore, e che non apportano niente di costruttivo alla tua conoscenza del mondo. Eppure, inesorabilmente, consumano il tuo tempo. Sono schegge impazzite che ti finiscono negli occhi, ti distraggono e ti tengono occupato il cervello fino al contenuto perditempo successivo. Per molti, sono news.

In realtà è un flusso di contenuti che non sono degni di nota. Sono solamente nuovi, almeno all’inizio. Anzi, talvolta sembra addirittura che sia un loop, visto che di tanto in tanto alcune polemiche riescono perfino a tornare. Sembra impossibile da fermare in alcun modo, se non ricorrendo a mezzi che non vogliamo nemmeno immaginare. E far paura molto probabilmente non serve a niente.

Ma allora che si può fare?

Per esempio, chi produce contenuti può iniziare a non abusare del tuo tempo e provare ad attirare la tua attenzione per qualcosa che merita di essere conosciuto o ricordato. Può provare a raccontarti “com’è andata a finire” o come si è evoluta una storia. Oppure può cercare quella notizia che ci sembrava importantissima un anno fa e che invece, a distanza di mesi, si rivela per quel che era: qualcosa di poco importante, una distrazione che ti ha fatto perdere tempo. E ancora, magari, ogni tanto, può provare a darti anche qualche buona notizia e ti ricordi che tante cose funzionano e che possiamo agire per cambiare quelle che non funzionano.

Per questo iniziamo questa rubrica: è una collaborazione inedita, fra due modelli di informazione che si incontrano e provano a capire se possono darsi una mano a vicenda. Blogo si sta ripensando per costruire uno spazio diverso nell’ecosistema informativo quotidiano e per immaginare e proporre contenuti di valore per il tuo tempo. Per questo progetto si rivolge a Slow News: i primi a fare slow journalism in Italia.

È un esperimento, e ci piacerebbe costruirlo insieme a te che ci leggi, quindi se hai idee, se ci sono notizie che ti sembravano aver sequestrato tutta l’attenzione possibile e che poi sono svanite come una bolla, segnalacele.

Si chiama Fixing News perché se le Breaking News hanno rotto il meccanismo, possiamo provare ad aggiustarlo.